L’operazione di Strip Out riguarda la demolizione o il restauro di edifici civili e industriali. Questa tecnica consiste nella rimozione di tutti gli elementi estranei alle strutture edilizie, come gli infissi, gli impianti a vista, i sanitari e le pavimentazioni, ottimizzando la gestione dei materiali di scarto. Al termine di questo procedimento, sarà possibile avere a disposizione l’involucro murario o strutturale bonificato. Il prodotto finito è pronto per essere demolito o riqualificato, semplificando il processo di smaltimento e recupero di tutti i materiali.
Alla luce di ciò, è facile capire perché lo strip out viene chiamato anche “demolizione selettiva”. Si tratta di un’operazione che prevede l’intervento manuale degli addetti ai lavori e l’utilizzo di macchine specifiche in base alla tipologia di struttura da trattare. In questo modo i rifiuti pericolosi non si mescoleranno agli inerti e ai materiali riciclabili, generando grande valore dal punto di vista della sostenibilità. Grazie allo strip-out, infatti, è possibile progettare il riutilizzo di strutture scheletrificate, prevedere demolizioni di impianti obsoleti o destinare a un nuovo scopo un’area urbanizzate da riedificare
Perché privilegiare lo strip out?
In un contesto come quello in cui viviamo, ogni operatore del campo dell’edilizia ha il compito di perseguire i principi di sostenibilità ambientale, muovendosi nella direzione della riqualificazione invece che l’edificazione di nuove costruzioni.
Nelle fasi preliminari di questa attività, inoltre, vengono individuati tutti i materiali potenzialmente pericolosi e utilizzate le tecniche più sicure per rimuoverli. Inoltre, le materie prime che possono essere riutilizzate con medesima funzione previo trattamento, o reimpiegate ma con funzione diversa a quella di origine, consentono di non generare nuovo consumo, ma di favorire il riutilizzo.